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6 Agosto 2021 News

Dall’Afghanistan all’Europa: è già quasi “allarme rifugiati”

La conferma è arrivata con l’attentato di mercoledì scorso nella “green zone” della capitale Kabul, rivendicato il giorno dopo dai talebani: l’obiettivo non è tanto la conquista di alcune province ma il controllo dell’intero stato afghano. L’attacco alla seconda casa del Ministro della Difesa è l’ultimo atto, in ordine di tempo, del conflitto ripreso dopo l’annuncio del disimpegno militare internazionale (che si concluderà il 31 agosto prossimo) e che ha portato le milizie talebane ad un passo dalla conquista dei capoluoghi di Lashkar e Kandahar, a Sud, e di Herat, a Ovest.

Prosegue l’esodo della popolazione

Sotto traccia, poco raccontata dai media e poco percepita dalla comunità internazionale, la questione dei profughi che dal mese di maggio hanno cominciato a fuggire dall’Afghanistan. Le reazioni degli stati limitrofi (e non) variano dal discutibile tentativo di gestione dei flussi migratori della Turchia, al rafforzamento delle difese da parte del Pakistan, che ha confermato in questi giorni di aver “recintato” il 90% dei suoi confini con l’Afghanistan. Fino alla creazione di nuovi canali negoziali con gli stessi talebani da parte della Cina, per garantire continuità alle attività economiche e commerciali tra i due Paesi.

Ancora una volta, dunque, il mantenimento di uno status quo dal punto di vista economico, ha la priorità sull’emergenza umanitaria che l’esodo della popolazione civile porta con sé.

In fuga verso Europa, Iran e Pakistan

L’ipotesi di un aumento dei flussi di profughi afghani verso l’Europa, “appena sussurrata” nella riflessione fatta all’inizio della settimana sul nostro blog si sta effettivamente avverando. Ce lo dice la notizia diffusa dall’Osservatorio Luiss secondo cui circa 200 civili provenienti dall’Afghanistan sono stati intercettati e fermati dalla Guardia costiera turca mentre si trovavano a bordo di una piccola imbarcazione, nel tentativo di raggiungere l’Europa e l’Italia (si veda l’articolo su “Migranti afghani diretti in Italia fermati in Turchia“).

Ma l’arrivo di nuovi rifugiati non è una preoccupazione soltanto per il nostro Paese e per l’Europa: basti pensare che nella stessa Turchia gli afghani, già prima di questi giorni, costituivano il secondo gruppo più numeroso del Paese (oltre 200 mila), e adesso, da quando i talebani hanno ripreso il controllo delle aree rurali dell’Afghanistan, sarebbero più di 300 mila ad aver abbandonato le proprie case. Non va meglio in Pakistan e Iran, entrambi dichiaratamente restii ad accettare altri rifugiati, dove vivono attualmente circa 7 milioni di afghani.

Per quanto ci è dato sapere, con ogni probabilità l’Afghanistan vivrà la stessa situazione drammatica, dal punto di vista dei profughi, che ha vissuto (e sta ancora vivendo) la Siria di Assad dal 2011.

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