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30 Luglio 2021 News

Come la situazione in Afghanistan incide sulla (in)stabilità del Medioriente

3mila km separano Kabul (Afghanistan) da Erbil (Kurdistan). 3500 km da Riad (Arabia Saudita), poco meno di 4mila km servono per raggiungere Damasco (Siria). Molto più vicina è Islamabad (meno di 500 km dalla capitale del Pakistan), mentre sono 2mila, ancora, i chilometri necessari a raggiungere Teheran (Iran). Ma non è la distanza fisica tra le capitali e i confini dei principali attori del Medioriente a destare apprensione. Mai come per l’Afghanistan, infatti, è vero il detto che “il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”.

E quello che sta accadendo adesso in Afghanistan è molto più di un semplice battito d’ali.

Fino a “ieri” le forze governative afgane, con il supporto della coalizione internazionale, erano riuscite, con difficoltà, a mantenere la situazione sotto un certo controllo. Oggi però, anche a causa del disimpegno militare internazionale, i talebani hanno non soltanto riconquistato la maggior parte delle province del Paese, ma sono riusciti a riprendere il controllo di molte zone di confine, strategiche per l’economia.

Le mappe

Come riportato nell’articolo della BBC “Mapping the advance of the Taliban in Afghanistan” (leggi l’articolo completo su https://www.bbc.com/news/world-asia-57933979), nelle ultime settimane i talebani sono riusciti a riprendere il controllo di buona parte delle province del nord e del nord-est, avvicinandosi anche ai grandi centri del Paese come Kunduz, Herat, Kandahar e Lashkar Gah.

Il confronto tra la mappa del 2017 e la mappa del 2021 mostra una situazione completamente rovesciata. L’esercito governativo afgano ha perso buona parte del territorio e tale situazione non solo permane, ma si aggrava di ora in ora. Molte delle aree contese (in giallo, nella mappa del 2021), oggi sono già in mano alle milizie talebane.

Grave la situazione per la popolazione civile.
Come riportato dall’articolo pubblicato dall’Osservatorio sulla sicurezza internazionale Luiss https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/07/26/gli-usa-continuano-supporto-aereo-afghanistan/un numero record di civili è stato ucciso a causa del conflitto nella prima metà di quest’anno. L’ONU attribuisce la maggior parte delle 1.600 vittime civili ai talebani e ad altri elementi antigovernativi. I combattimenti hanno anche costretto molte persone ad abbandonare le proprie case: dall’inizio dell’anno gli sfollati sono circa 300.000“.

In base alla situazione attuale, inoltre, l’UNHCR prevede una nuova ondata IDPs (Internally Displaced People).

«Raccogliamo bisogni piccoli per dare risposte grandi» Xenìa Srl è un’impresa sociale fondata a Torino nel 2016, al cui interno convivono e si fondano insieme anime diverse, accomunate dal medesimo obiettivo: migliorare la qualità della vita delle persone.