Frozen Borders Project – Incontri
Dall’8 al 12 marzo Xenìa S.r.l. Impresa sociale si vedrà attivamente impegnata sulla rotta balcanica. Clicca qui per ulteriori dettagli su Frozen Borders Project e sul lavoro di Xenia in Bosnia.
A ridosso del confine croato, tra aspre montagne, boschi da fiaba, campi e arnie, abbiamo fatto un incontro un po’ speciale: una simpatica “baka” – termine che indica la “nonna” e, affettuosamente, le signore di una certa età – ci bussa al finestrino dell’auto. Il suo sorriso è più caldo del sole balcanico.
Ci racconta qualcosa della sua vita e del suo passato. Lei, come la sua terra, ne ha viste tante, ma nulla le può spegnere quel sorriso. Una “baka” che è un po’ l’emblema della Bosnia: il sorriso nonostante il dolore, le guerre, le cicatrici.
Un Paese allegro, vivace, ma che nell’immaginario collettivo di noi occidentali è ancora parte della “polveriera d’Europa”. Un’area perennemente instabile in cui la vita parrebbe impossibile.
Finché un sorriso non smentisce certi stereotipi.
La sua è anche una preziosa testimonianza sulla percezione dello straniero: in un Paese come la Bosnia, da sempre un importante crocevia di popoli e culture – le chiese cristiane, di fede cattolica e ortodossa, si alternano a sinagoghe e moschee; la lingua possiede prestiti dall’italiano, dal tedesco, dall’ungherese, dal turco, dal persiano e dall’arabo -, è difficile essere intolleranti.
Non esiste l’emozione della paura.
La situazione cambia al calare del sole, quando il paesaggio fiabesco riaccende qualche timore ancestrale: proprio perché il viaggio di chi segue le rotte balcaniche non si ferma mai, le ombre notturne generano il dubbio e la perplessità.
Ma non c’è la paura, quella resta a chi non vuole conoscere.